Thomas Paine per l’indipendenza americana come Giuseppe Mazzini per l’indipendenza italiana: un’equazione che riassume la tesi del noto storico Denis Mack Smith nel suo libro “Mazzini” (Yale University Press, 1994). Entrambi sostenitori di un’idea di emancipazione dei popoli sorretta da una luce spirituale, entrambi sostenitori di una ragione come via universale per l’accesso alla pienezza della vita. Giuseppe Mazzini (1805-1872) non conobbe direttamente Thomas Paine (1737-1809): come dimostrano le date, era ancora bambino quando Paine morì. Le sue idee furono però ispirazione costante per Mazzini, che del resto fu in prolungato contatto epistolare con il biografo di Paine, Daniel Moncure Conway (1832-1907), che ne fu anche il curatore postumo degli scritti. Thomas Paine fu pensatore originalissimo, al punto da introdurre un’idea inaudita, senza precedenti: che si possa avere una vita spirituale senza aderire ad alcuna religione. Di questa idea Mazzini fu il perfetto araldo anzi, come egli stesso si definì, l’Apostolo Popolare, profondamente persuaso che la ragione si dovrà affermare attraverso l’educazione e l’istruzione, da destinare a tutti gli uomini e le donne secondo la capacità di ciascuno di ricevere, per gradi, una illuminazione progressiva. Volendo cercare un parallelismo per queste idee modernissime (e invero non ancora pienamente realizzate), si dovrà evocare il modello esoterico della scuola di Pitagora, che Paine richiama esplicitamente nella sua famosa opera The Age of Reason (specialmente nel capitolo The Origin of Free-Masonry). Oppure, si dovrà attendere la poesia visionaria di William Blake (1757-1827) che, in fondo, si alimenta dello stesso fuoco (ma questo è un argomento che sarà trattato altrove). Per evitare scorciatoie logiche, si dovrà notare, come afferma la Grand Lodge of Columbia and Yukon, che non ci sono prove che Thomas Paine abbia fatto parte della Massoneria, come del resto l’appartenenza di Mazzini, secondo il Grande Oriente d’Italia, non è mai stata provata, almeno non in senso organico e attraverso una iniziazione rituale “regolare” (è certa invece la sua appartenenza a ruoli direzionali della Carboneria). Queste considerazioni, qui conchiuse in un accenno (si troveranno sviluppate in altra sede e con ragioni superiori), non valgono certo a escludere l’eccellenza iniziatica delle personalità in argomento, mettendo in risalto, per coloro che intendono, che la Massoneria è una via purtroppo non unitaria e, per fortuna e per grazia, non unica. Tornando alla tesi di Mack Smith, Mazzini e Paine sono eroi dimenticati, ingiustamente oscurati. Troppo avanzata la loro idea di una spiritualità senza religione per la loro epoca: e continua ad esserlo ancora per la nostra. Personalità misconosciute e mal interpretate, di cui la storiografia ufficiale continua a dare ritratti parziali: imbarazzante per il sistema del potere prendere in considerazione le loro tesi, aprirle alla comprensione attiva degli studenti, alla conoscenza generale di tutti. Sono idee pericolose, minacciano il potere costituito nella sua intima essenza. Lo sradicamento dell’ignoranza e l’apertura della mente ad una consapevolezza moderna, da conquistare mediante avanzamenti progressivi, posti sotto l’astro luminoso della ragione trascendente: troppo per le oligarchie oscurantiste che detengono il potere sotto il duplice manto dell’ignoranza e della superficialità. Ecco perché il nostro lavoro deve partire dal sottrarre la memoria all’oblio, dal restituire luce alla luce. Non possiamo dare ulteriore spazio a chi parla con lingua di tenebra. Non possiamo continuare ad aver paura. Restando nella paura, soccomberemmo ancor prima. Dobbiamo affermare la rivolta della Ragione. Ecco perché Thomas Paine e Giuseppe Mazzini sono fari nella notte oceanica di questo viaggio, astri numinosi che indicano la Via. Con fiducia, con speranza, soprattutto con il tenace ottimismo della volontà, tendiamo il nostro sguardo all’aurora ammantata d’oro e accesa di verde e di porpora che sorge al nuovo Oriente.