Category Archives: golden dawn

Lettera aperta ai membri de “La Tradizione della Rosacroce”

Salus Vobis. Ave.

Preciso in premessa che non ho nessun dogma e nessuna verità da portare, anche se qualcuno mi attribuisce questa pretesa. Lascio ad altri i dogmi e il pensiero totalitario, che non mi appartengono, né appartengono alla nobile tradizione cui la pagina dichiara di ispirarsi.

Non ho che gli strumenti umili della ragione, sempre necessitati alla ricerca, al confronto, al dubbio costruttivo. Però, per quanto il dubbio sia sintomo di intelligenza, non si può dubitare su tutto, perché sarebbe sterile relativismo, e non si possono accettare strumentalizzazioni arbitrarie, perché sarebbe restare in soggezione dell’autorità costituita.

In particolare, non è possibile proporre un percorso autenticamente R+C se non si combatte l’oscurantismo dei dogmi e del potere dispotico, rispetto al quale invece i cultori della bandiera del secondo reich (le minuscole sono scelte) dimostrano soggezione e fascinazione.

È evidente a qualsiasi persona sincera che il nazionalismo e il sapere fondato sui dogmi dell’autorità tradizionale sono in aperta e irrimediabile contraddizione con il pensiero dei Manifesti, che ha chiara vocazione cosmopolita e, fin dall’inizio, si volle diffondere il messaggio di progresso e di emancipazione della Fama e della Confessio in cinque lingue, ai dotti d’Europa.

In breve, la tesi che si afferma in questa lettera è che simpatie per il fascismo e il nazismo ed anche per il “semplice” nazionalismo sono incompatibili con la dottrina e lo spirito della R+C.

Avendo affermato questa tesi, semplicissima e cristallina, sulla Vostra apprezzata pagina, ho dovuto registrare attacchi e ingiurie, con l’accusa di seminare zizzania e di voler far proselitismo per un Ordine diverso da quello cui la maggior parte degli attivisti della pagina fanno riferimento. Nessuna sorpresa. Anche questo è scritto nella Fama Fraternitatis. Si vedrà nel prosieguo della lettera quali sono i fini di chi attacca e di chi si difende. E si vedrà come «attaccare e difendere» dovrebbero essere verbi inapplicabili alla materia di chi condivide, sia pure attraverso sentieri spirituali simili ma differenti, un percorso di ricerca iniziatica.

Come emissario della duplice corrente del M::: e della G.:D.: vorrei ricordare che entrambe sono emanazioni dell’ Invisible College, la cui natura è in parte storicamente determinabile e in parte no in quanto astrazione metafisica (poiché questa è una lettera aperta e non un trattato, rinvio ad altre sedi l’eventuale analisi dei documenti e delle fonti che giustificano l’affermazione ricordando, fra l’altro, l’appuntamento a Siracusa del prossimo 9 dicembre).

Dopo aver fatto questo esercizio di mnemotecnica, che potrebbe essere arricchito dalla citazione di lavori di ricerca specifici sul tema delle «origini occulte dell’illuminismo», cui le correnti R+C vanno ascritte, dovremo occuparci anche della nostra modernità e, in particolare, delle pericolose mistificazioni.

Il concetto di «neolingua» elaborato da Orwell resta un caposaldo per capire come la propaganda distrugga tutte le correnti di emancipazione e di progresso destrutturandone le parole attraverso un processo di svuotamento. Così l’inflazione di «libertà», «consapevolezza», «progresso», «illuminismo» (particolarmente fuorviante per gli esoteristi la dottrina della predestinazione degli illuminati, che è l’esatta antitesi degli scopi di C+R), ha determinato il risultato che, dagli originari significati di conquiste sociali evolutive della società, finisce per non significare più nulla, consentendone l’utilizzo anche con significato contrario, con accezione negativa. È il modo in cui l’establishment reazionario ha sedato la contestazione dell’ultima ondata di richiesta di diritti, emersa con il dopoguerra. In precedenza, le istanze di libertà del primo Novecento erano state sedate con la guerra del 1945-18 e poi con i manganelli degli squadristi per portare a più miti consigli le proteste dei lavoratori. Infine, la violenza inaudita e gli orrori del nazismo e del fascismo.

chevillon.jpgAnche il mondo esoterico del resto ha subito gli strali del fascismo che, in nome del pensiero unico e per impedire ogni opinione diversa, ha chiuso le logge M.: e M:: Ricordiamo con solennità il nome di Constant Chevillon, ucciso nel 1944 «par des miliciens à la solde des envahisseurs germaniques».

In conclusione, si enumerano alcuni dei contenuti che emergono da questa lettera, cominciando da quelli superindividuali:

  1. Un Adepto R+C non riconosce una verità tradizionale per dogma, ma opera per superare gli errori del passato e progredire nella ricerca della verità.
  2. La Fama Fraternitatis è un’organizzazione illuministica, ma questa parola è stata resa inservibile dalla coartazione del termine fattane dalla propaganda reazionaria.
  3. Un approccio reazionario e una propensione per una concezione del mondo in opposizione agli altri è incompatibile allo spirito R+C

Sul più modesto piano individuale, occorre dire che un Adepto di questa Tradizione dovrebbe essere, come la dottrina richiede, un Filosofo dell’Unità: pertanto, invece di difendere il recinto del proprio orto, dovrebbe confrontarsi apertamente con gli altri componenti della Fraternità, sia pure appartenenti ad altri Ordini. La chiusura e l’oltranzismo non appartengono a questa Tradizione, così come le è estranea ogni attitudine a farne simonia. Da questo punto di vista, l’Adepto sincero non è inquietato da aggressioni e argomenti pretestuosi dei suoi detrattori. Al massimo, ne rimarrà deluso, ma non tanto da non concepire che ci può essere ancora intelligenza e cambiamento di predisposizione, specie se supportato dal corretto operare, liberandosi dunque dai condizionamenti dello spirito di opposizione.

Sul più elevato piano metafisico, null’altro è da aggiungere alle conclusioni della Fama:

E questo noi diciamo per verità, che chiunque vorrà seriamente, e dal suo cuore, portare affezione a noi, ne sarà beneficiato in beni, corpo e anima; ma colui che è falso di cuore, o solo avido di ricchezza, prima di tutto non sarà in grado di ferirci in nessun modo o maniera, ma porterà se stesso alla rovina e alla distruzione. Anche il nostro edificio (anche se un centinaio di migliaia di persone hanno visto molto vicino e osservato lo stesso) sarà per sempre lasciato intatto, non distrutto e nascosto al mondo meschino.

SUB UMBRA ALARUM

DALQ 5=6 S+I

Jinney the Witch

also known as “Mother Red Cap”, she is the true legend of Camden Town. Her history is fantastic and should be better spread out. You can read here what is written on the door of “The World’s End Tavern” in Camden Town, which is a pub that is placed on the same place where the Jinney had her residence. It is to note that this place was rebuilt in the beginning of XIX century, and it was the place where philosopher Thomas Carlyle first met the Italian philosopher Giuseppe Mazzini to talk about revolution.

At the door’s entrance at “The World’s End Tavern” in Camden Town:

jinney the witchBorn Jinney Bingham, the daughter of a local bricklayer from Kentish Town, when she was 16 she had a child by a man who was well known to the magistrates of here abouts. After he was caught stealing sheep from land near Holloway, he was sent to Newgate Prison, tried at the Old Bailey and hung at Tyburn. Jinney then took up with a man named Darby who disappeared under ‘mysterious circumstances’. About the same time her parents were brought to trial, accused of practising black magic and causing the death of a young maiden for which they were both hung. Jinney next met a man called Pitcher and his body was found tucked up in the oven burnt to a cinder. She was sent to trial for his murder but was acquitted when a witness proved that Pitcher often hid in the oven to escape Jinney’s nagging tongue! Man number four in her life was to make her financially secure for the rest of her days but when he died there were rumours and once more the witchcraft stories began to circulate. An inquest was held on the body but once again Jinney was named as blameless. Her foul tongue and temper were well known throughout the district and she would often sit outside here wearing her old red cap on her head, and her shawl (with black markings that resembled bats) around her shoulders. Crowds would gather to hurl abuse at her but with her cat by her side they would soon retreat from “The Evil Duo”. They were both to die together on the same day with poison being suspected. Whether self-inflicted or administered by someone else will never be known. Thus died Mother Red Cap and it is on the site of her cottage that this pub is built.

About Bowie and others vampires

poster-ebsn-manchester-20161If we deal with David Bowie, it is certainly not to associate us with the fans online, from which we detach with dissent. We are interested in the political and ideological dimension of a character that the charming Nico of the Velvet Underground, the epic years of that court of miracles that it was the “Factory” by Andy Warhol, called it “the most superficial of all, to the point that not even know what music do, and did not even decided whether to be male or female. ” This judgment is sharp all the way to an area that is icing on an abyss. [Warning: this essay is written in an open language, which is a mix of magical-alchemical nature, much more than regular grammar and sintaxys, to generate a troubadoric nuova koiné of understanding.]
The best artistic expressions of David Robert Jones are those where comes to transfer a symbolic context into its opposite, operating a reversal of values ​​which always has the effect of generating awe and reflection. A clear example of this method will be found observing the video that accompanies “Let’s Dance”, a song seemingly techno-pop aligned on the most bland disco and that instead, with its theme of red shoes like the Western consumerism emblem imposed on the countries of Latin America, become fully political, ending with an image – that of the white glove – which is a very obvious complaint and that, to preserve effective, must not be explained but only indicated.
About gloves and aprons, discussions on whether or not the M .: of our D. (R.), J., And this element, with no claim to know everything (because it is on the border between public and private notation) , there is not one of the available documents. It can be answered rather with what is known documented with certainty, namely membership in “border” bodies like the O.T.O. and even before, and as the original shock, the Golden Dawn. References to this magical and esoteric context (indeed much more in line with the character compared to the anxieties of “regular” Masonic) appear with full evidence in his lyrics, including “Station to Station”, with bright reference to Sephiroth with known passage: “Here are we, one magical movement from Kether to Malkuth” and, especially, the controversial verses in Quicksand (Quicksand) with dual reference to Aleister Crowley and Heinrich Himmler. The interested reader, if you would easily find the text.
What is relevant here is, once again, the overturning of meanings which is the signature style of Bowie, and that will lead to a political reading at all naive, oxymoronic pro-aristocratic and Promethean of his thought. Start by saying that Aleister Crowley, after an initial phase of fascination nitzscheiana and panic of fascism, actually right by Mussolini was expelled from Italy (in 1923, by the mystical-magical community had turned in Cefalu and of which we are advocates for a restoration project which will be discussed elsewhere). With regard to Himmler, the alleged leader of the Thule Gesellschaft, the priest of the magical part of the Nazis, the reference is rather grotesque, as are photographs of David’s son, Duncan Jones, photographed at the age of about two years by Mussolini dress and even with a mustache, Hitler. These pictures run on the Internet and are easily found; even Duncan (which deals with war simulation games) still holds the pride in the repertoire of his twitter profile.
We could forgive all that, by charging to a moment of loss, due to cocaine excesses that have never been a mystery in the life of the mysterious David, who also has his name in a six-pointed star. And thus we could scroll through the aesthetically and charismatically stunning images of his career, which is developed under the sign of Saturn Devouring His Son, as well as David feeds of his characters and kills them symbolically on the scene: “Ziggy Stardust”, the first creature , is destroyed to make way for “Aladdin Sane”, this for “Jareth the Goblin King”, then “The Thin White Duke”, to the point that some suspect that those who died is not that “Bowie”, nothing but one of the characters from DRJ.
In reaching the conclusion of this short article (which is part of a more extensive written that the author of this text will present at the conference at the June European Beat Studies Network session as part of an essay on the rock influences on the communications system and mass persuasion), we can report a possibility that is agitated by some commentators on the international art scene.
Before considering the merits, however, it requires a methodological clarification general, interesting and valid for all subjects of the border and designed to dispel any suspicion of “conspiracy” that always is upon those who try to shed more light.
The scientific point of view is not to establish a truth. Truth can safely leave the dogmatic and other species of fanatics. The modern condition allows us to base our epistemologically, that the scientific method, not necessarily having to believe what we report, which is nothing but the projection of various theses on the interpretation of reality. The example of the landing on the moon (which Bowie is indeed quite solid because of his claims about his “Major Tom” with “Space Oddity” by Stanley Kubrick and the countless and uncontrollable voices on “moon hoax” of which we will speak elsewhere) is perfect: here we have an official version (the landing on the moon was the case with the Apollo 11 mission July 12, 1969 and the first astronaut to walk on the lunar surface was Neil Armstrong) as opposed to a minority theses ( the film was made in a wide military zone (the Nellis Air Force Base, known as area 51), 26,000 km2, located about 150 miles from Las Vegas in the south of the US state of Nevada. to realize the movie would have been the same Stanley Kubrick, for propaganda purposes to counter the space achievements of Russia and justify the huge costs in the face of American taxpayers.
I hope this example is clear, to show that the position of those who writes here is not to support an opposing truth to another, but to make it known and to reflect that in addition to an official truth there is one, otherwise, the minority, which is not necessarily unreliable and on which everyone may make his deductions and evaluations, because they indicate the sources.
Similarly we could also interpret “Blackstar”, the last album, concluding, Bowie, as a farewell work: “the gift he has given us for the time of his departure” as he brilliantly told his second wife, Iman Abdulmajid (and already in having married a black woman will find another lovely contradiction). Or, we could interpret it as a spy, a LED that makes us understand something of the great projects that capitalism has in Serbia for the future of humanity.
After all, you will have to remember that at first, to embody the singer-dictator of “The Wall”, before the part was given to Bob Geldof, was right in David Bowie and Roger Waters had thought that it was inspired: the perfect embodiment of the Orwellian system (after all, “the Wall” is but a transposition of “1984”), the Newspeak in which freedom turns nimbly in domain through brainwashing operated by the media, the destruction of critical sense , corruption of public systems, the dismantling of the school and education for all.
If we give credence to the hypothesis that circulating these days, ephemeral and fun, we can bring many articles that dying was not David Robert Jones, but only one of his characters: David Bowie. (Do not give in to conspiracy in these last lines: we know that there are still people who says he met Jim Morrison, Jimi Hendrix, and so on: but it is a fact that there are rumors – and video – so our David you grant luxury to intervene in television programs retrospective on his career, under the name of Jack Stevens).
To consider the possibility of an allegorical reading, we will have to better investigate the frames in “Lazarus” and in “Blackstar”. If we do, we can write down for example, and at a glance: 1) when “Lazarus” rises from his deathbed, it can be seen wearing the same dress that scene, “Bowie” was wearing in “Station to Station” in 1976 to represent the change of status through the astral travel; 2) that “Blackstar” is a real ritual (although described elliptically, blurring the hieratic and dissolving part in choreography).
If all this were true, then a not inconsiderable part of the artistic message of Bowie would be a substantial (and alarming) indication of the modern situation of eugenics, which allows you to live (through transplants and transfusions, a bit ‘as it happens to the vampire ” the Hunger “, films in which he starred with Catherine Deneuve and perhaps the peak of his film experience), according to current estimates, around 150 years. The assumption that is made is that Bowie has made use of this opportunity that contains the border between the possible and the impossible, well-seasoned and washed down with formidable financial resources and willing to cross the frontier ethic of a new humanity of slaves to be used as “spare parts” and subjects everything to that already in the album of 1976 “Station to Station” defined as a project to set up the ‘Homo Superior. All this could be nothing more than artistic allegory, which may or may not like depending on the aesthetic sensibility, and that’s that. Or, it could be the story of that part of society (the neo-aristocracy) concerned and supporter of eugenics Homo Superior project, which Bowie, playing with its esoteric content, has leaked something.
If this were the project would certainly not particularly sensitive to the noble concepts of freedom and emancipation, civil rights, human rights. But, fortunately, we are talking only of representations: They’re the start of a coming race / The earth is a bitch / We’ve finished our news.

A proposito di David Bowie e di altri vampiri

poster-ebsn-manchester-20161Se ci occupiamo di David Bowie, non è certo per associarci alla linea dei fans, dalla quale ci distacchiamo con dissenso. Ci interessa la dimensione politica e ideologica di un personaggio che la fascinosa Nico dei Velvet Underground, negli anni epici di quella corte dei miracoli che fu la “Factory” di Andy Warhol, definiva “il più superficiale di tutti, al punto che non sa nemmeno che musica fare, e non ha nemmeno deciso se essere maschio o femmina”. In questo giudizio tagliente c’è tutto il senso di una superficie che fa velo a un abisso.
Le migliori espressioni artistiche di David Robert Jones sono proprio quelle laddove perviene a trasferire un contesto simbolico nel suo contrario, operando un ribaltamento di valori che ha sempre l’effetto di generare stupore e riflessione. Un chiaro esempio di questo metodo si potrà trovare osservanto il filmato che accompagna “Let’s Dance”, un brano apparentemente techno-pop allineato sulla più scialba discomusic e che invece, con il suo tema delle scarpe rosse come emblema del consumismo occidentale imposto ai paesi dell’America Latina, diventa pienamente politico, concludendosi con un’immagine – quella del guanto bianco – che è una denuncia ben evidente e che, per conservare efficacia, non deve essere spiegata ma solo indicata.
A proposito di guanti e grembiuli, si discute sull’appartenenza o meno alla M.: del nostro D.(R.)J., e questo elemento, senza pretesa di sapere tutto (anche perché è al confine tra notazione pubblica e privata), non ci risulta tra i documenti disponibili. Si può rispondere piuttosto con quel che si sa con certezza documentata, e cioè dell’appartenenza a organismi “di confine” come l’O.T.O. e, ancor prima e quale originaria folgorazione, la Golden Dawn. I riferimenti a questo contesto magico-esoterico (invero molto più in linea con il personaggio rispetto alle ansie di “regolarità” massonica) appaiono con piena evidenza nei suoi testi, tra cui “Station to Station”, con il luminoso riferimento alle Sephiroth con il noto passaggio: “Here are we, one magical movement from Kether to Malkuth” e, soprattutto, la controversa strofe in “Quicksand” (Sabbie mobili) con il duplice riferimento ad Aleister Crowley e ad Heinrich Himmler. Il Lettore interessato, se vorrà, troverà facilmente il testo.
Quel che qui rileva è, ancora una volta, il ribaltamento di significati che è la cifra stilistica di Bowie e che ci condurrà ad una lettura politica per nulla ingenua, ossimoricamente filo-aristocratica e prometeica del suo pensiero. Iniziamo col dire che Aleister Crowley, dopo una prima fase di fascinazione nitzscheiana e panica del fascismo, in realtà proprio da Mussolini fu espulso dall’Italia (nel 1923, dalla comunità mistico-magica che aveva attivato a Cefalù e della quale siamo fautori per un progetto di recupero di cui si dirà in altra sede). Relativamente a Himmler, il preteso leader della Thule Gesellschaft, il sacerdote della parte magica del nazismo, il riferimento è piuttosto grottesco, come lo sono le fotografie del figlio di David, Duncan Jones, fotografato all’età di circa due anni vestito da Mussolini e, anche e con baffetti, da Hitler. Queste foto girano su internet e si trovano facilmente; addirittura Duncan (che si occupa di giochi di simulazione di guerra) a tutt’oggi le tiene orgogliosamente nel repertorio del suo profilo twitter.
Potremmo perdonare tutto questo, addebitandolo a un momento di smarrimento dovuto agli eccessi di cocaina che non sono mai stati un mistero nella vita del misterioso David, che pure ha nel suo nome una stella a sei punte. E potremmo dunque scorrere le esteticamente e carismaticamente meravigliose immagini della sua carriera, che si sviluppa sotto il segno di Saturno che divora i suoi figli, così come David si nutre dei suoi personaggi e li uccide simbolicamente sulla scena: “Ziggy Stardust”, prima creatura, viene distrutto per lasciare posto a “Aladdin Sane”, questo per “Jareth the Goblin King”, poi “The Thin White Duke”, fino al punto che qualcuno sospetta che chi è morto non è che “Bowie”, nient’altro che uno tra i personaggi intepretati da D.R.J.
Nel giungere alla conclusione di questo breve articolo (che è parte di uno scritto più esteso che l’autore di questo testo presenterà in conferenza alla sessione di giugno dell’European Beat Studies Network come parte di un saggio sulle influenze del rock sul sistema delle comunicazioni e della persuasione di massa), potremo riferire di una possibilità che viene agitata da alcuni commentatori della scena artistica internazionale.
Prima di entrare nel merito, però, è necessaria una precisazione metodologica di carattere generale, interessante e valida per tutte le materie di confine e orientata a fugare l’eventuale accusa di “complottismo” che sempre si trova addosso chi prova a fare maggior luce.
Il punto di vista scientifico non è quello di stabilire una verità. La verità si può lasciare tranquillamente ai dogmatici e ad altre specie di fanatici. La condizione moderna ci permette di fondarci epistemologicamente, cioè nel metodo scientifico, non dovendo necessariamente credere ciò che riportiamo, che non è se non la proiezione di diverse tesi sulla interpretazione della realtà. L’esempio dell’atterraggio sulla luna (al quale Bowie è del resto perfettamente legato per via delle sue affermazioni sulla sua “Major Tom” con la “Space Oddity” di Stanley Kubrick e sulle innumerevoli e incontrollabili voci sulla “moon hoax” di cui parleremo in altra sede) è perfetto: qui abbiamo una tesi ufficiale (l’atterraggio sulla luna è avvenuto con la missione Apollo 11 il 12 luglio 1969 e il primo astronauta a calpestare il suolo lunare fu Neil Armstrong) contrapposta a una tesi di minoranza (il filmato è stato realizzato in una vasta zona militare (la Nellis Air Force Base, nota come Area 51), di 26.000 km2, situata a circa 150 miglia da Las Vegas nel sud dello stato statunitense del Nevada. A realizzare il filmato sarebbe stato lo stesso Stanley Kubrick, con finalità di propaganda per controbattere i successi spaziali della Russia e giustificare le enormi spese di fronte ai contribuenti americani.
Spero questo esempio sia chiaro, per far capire che la posizione di chi qui scrive non è di sostenere una verità contrapposta a un’altra, ma di far sapere e far riflettere che accanto a una verità ufficiale ce n’è una, diversa, di minoranza, che non è necessariamente inattendibile e sulla quale ognuno può formulare le sue deduzioni e valutazioni, perché se ne indicano le fonti.
Allo stesso modo potremmo anche interpretare “Blackstar”, l’ultimo disco, conclusivo, di Bowie, come opera di commiato: “il dono che ci ha dato per il momento del suo distacco”, come ha detto brillantemente la sua seconda moglie, Iman Abdulmajid (e già nell’aver sposato una donna nera troveremo un’altra amabile contraddizione). Oppure, potremmo interpretarla come una spia, un led luminoso che fa capire qualcosa dei progetti che il grande capitalismo ha in serbo per l’umanità del futuro.
In fondo, si dovrà ricordare che in un primo momento, per incarnare il cantante-dittatore di “The Wall”, prima che la parte fosse assegnata a Bob Geldof, era proprio a David Bowie che Roger Waters aveva pensato e a cui si era ispirato: la perfetta incarnazione del sistema orwelliano (dopo tutto, “The Wall” non è che una trasposizione di “1984”), della neolingua in cui la libertà si trasforma agilmente in dominio mediante il lavaggio del cervello operato dai media, la distruzione del senso critico, la corruzione dei sistemi pubblici, lo smantellamento della scuola e dell’istruzione per tutti.
Se diamo credito all’ipotesi che circola in questi giorni, effimera e divertente, potremo riportare numerosi articoli sul fatto che a morire non sia stato David Robert Jones, ma solo uno dei suoi personaggi: David Bowie. (Non cederemo al complottismo in queste ultime righe: sappiamo bene che c’è ancora gente che dice di aver incontrato Jim Morrison, Jimy Hendrix, eccetera: ma è un fatto che girano voci – e video – per cui il nostro David si concede il lusso di intervenire a programmi televisivi di retrospettiva sulla sua carriera, sotto il nome di Jack Stevens).
Per prendere in considerazione l’ipotesi di una lettura allegorica, dovremo meglio indagare i fotogrammi di “Lazarus” e di “Blackstar”. Se lo faremo, potremo annotare ad esempio e in sintesi: 1) quando “Lazarus” si alza dal letto di morte, lo si vede indossare lo stesso abito di scena che “Bowie” indossava in “Station to Station” nel 1976 per rappresentare il cambiamento di stato attraverso il viaggio astrale; 2) che “Blackstar” è un vero e proprio rituale (anche se descritto ellitticamente, sfumando la parte ieratica e dissolvendola in coreografia).
Se tutto questo fosse vero, allora una parte non indifferente del messaggio artistico di Bowie sarebbe un consistente (e allarmante) indizio della situazione moderna dell’eugenetica, che permette di vivere (attraverso trapianti e trasfusioni, un po’ come accade al vampiro di “Miriam si sveglia a mezzanotte”, film da lui interpretato con Catherine Deneuve e forse vetta della sua esperienza cinematografica), secondo le stime attuali, intorno a 150 anni. L’ipotesi che viene fatta è che Bowie si sia avvalso di questa possibilità che contiene la frontiera tra il possibile e l’impossibile, ben condita e innaffiata da formidabili risorse finanziarie e disposta a oltrepassare la frontiera etica di una nuova umanità di schiavi da utilizzare come “pezzi di ricambio” e sottomette tutto a quel che già nell’album del 1976 “Station to Station” definiva come progetto per configurare l’ Homo Superior. Tutto questo potrebbe essere nient’altro che un’allegoria artistica, che può piacere o non piacere a seconda della sensibilità estetica, punto e basta. Oppure, potrebbe essere il racconto di quella parte di società (la neo-aristocrazia) interessata e sostenitrice del progetto eugenetico dell’Homo Superior, di cui Bowie, giocando con i suoi contenuti esoterici, ha lasciato trapelare qualcosa.
Se questo fosse il progetto, non sarebbe certo particolarmente sensibile ai concetti nobili di libertà ed emancipazione, di diritti civili, di diritti umani. Ma, per fortuna, stiamo parlando soltanto di rappresentazioni: They’re the start of a coming race / The earth is a bitch / We’ve finished our news.

A proposito di Aleister Crowley

51e7x2rrhzl-_sx382_bo1204203200_Aleister Crowley è un pensatore che va reinterpretato e riscoperto. La sua opera è stata per troppo tempo relegata e messa all’angolo, e ciò perché non soltanto tratta della libertà spirituale individuale, ma addirittura propone metodi e tecniche per affermarla. E’ veramente incredibile che, in un mondo pieno di figure scabrose e di dubbia moralità tra gli intellettuali e persino tra le personalità pubbliche che ricoprono cariche politiche ed ecclesiastiche – Crowley sia stato indicato come “il problema” e frettolosamente etichettato e liquidato come esponente di una subcultura giovanilistica. In particolare, il contrassegno di “satanista” con il quale è stato marchiato dalla cultura ufficiale è del tutto ridicolo (Pasolini avrebbe detto: “fa pensare al grido di una suora isterica”), se si considerano la versatilità nelle tradizioni orientali (con una immagine: l’inter-relazione tra bianco e nero, tra yin e yang) e i continui riferimenti a una “Metafisica dell’Uno” (e dunque al trascendimento di qualsiasi opposizione) che costellano la sua opera. Se poi dalla Sicilia, da sempre terra barocca della controriforma, lontana anni luce dall’illuminismo europeo, da cerchie innovatrici, rooseveltiane, mazziniane, potrà giungere, richiamando l’esperienza che Crowley trascorse a Cefalù tra il 1920 e il 1923, un segnale di rinnovamento e di interesse per il pensiero alternativo e controcorrente, questo sarà un segnale importante per tutta l’Italia e per trovare significative corrispondenza nell’intera Europa e nel mondo, rilanciando un’idea differente di cultura. Segnaliamo qui il progetto di crowdfunding elaborato per ristrutturare la Casa di Thelema e farne una memorial home aperta al turismo e alle relazioni culturali internazionali in nome di una idea d’arte e di sperimentazione protesa verso l’affermazione della libertà.

Difendersi dai Falsi Maestri

Questo scritto fa seguito alle Annotazioni sul Sentiero Iniziatico, che ne costituiscono necessaria premessa.  All’interno di quella riflessione, è stata chiarita la natura di luce e d’ombra che le parole presentano, veicolo imperfetto delle idee. Per questa imperfezione è impossibile, con uno strumento esclusivamente intellettuale (e cioè che parla alla mente e non anche al cuore, ai polmoni e alla completa esperienza fisica, come invece può il rito), trasferire quello speciale tipo di conoscenza che si definisce iniziatica.

Avendo già introdotto la distinzione tra Ordini Esoterici e Ordini Religiosi, e la necessaria indipendenza dei primi dai secondi, si è posto un argine a chi cerca di coartare l’emancipazione e l’evoluzione della coscienza dei Cercanti imponendo loro una coltre di obblighi fondati su una Tradizione intesa come perpetuazione degli errori del passato.

Anche su questo punto occorre un chiarimento: la Tradizione non può consistere nel perpetuare gli errori del passato.  Eppure, anche questo è un contenuto tradizionale: perché ritroviamo questo concetto all’interno dei Manifesti, e cioè di quel contesto dottrinale che contiene la promessa di una “Generale Riforma della Filosofia e della Scienza” e che contiene, oltre al desiderio di liberarsi dagli errori del passato, anche la promessa di trovare il punto di convergenza dei diversi Ordini iniziatici, nel concepirli sentieri della Croce che tutti portano alla Rosa Mistica. Questo ideale, meraviglioso e integro nella sua utopia, non è stato ancora realizzato e sono molti i nemici della sua realizzazione, tra i quali si possono annoverare gli oscurantisti e i falsi maestri del nostro tempo.

Veniamo così al nostro argomento attuale, che è la difesa del Cercante dai Falsi Maestri.  Materia difficile e controversa, che potrà generare il risentimento di molti che, inevitabilmente, si identificheranno in questa immagine.

Prima di tutto, occorrerà attivare la consapevolezza del Cercante, che non dovrà essere abbagliato dalla sua ansia di riconoscimento. La favola di Collodi è pronto ammaestramento per capire che il sentiero è pieno di Gatti e di Volpi e che l’iniziazione non si può comprare né con una né con tre né con cinque monete d’oro. Questo è il primo segnale: un preteso Maestro che non è interessato al tuo percorso, a ciò che ti ha condotto a lui – e che si dimostra invece sensibilmente proteso verso la tua monetizzata adesione – offre un chiaro segnale che la sua natura non è tanto quella spirituale, quanto la pratica della vendita di onorificenze e indulgenze. Con il nome gnostico: simonia.

“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo!”: così esclama il profeta Geremia. Iniziaticamente, ciò significa che nessun contesto umano può conferire alcunché, nulla che sia più di una indicazione o, nella migliore delle ipotesi, una immissione.  Tra i grandi Maestri Passati della tradizione esoterica italiana, Aldebaran ha precisato che non è possibile a nessuno supporre “che un grado dell’Ordine rappresenti conoscenze o indichi che chi lo possiede ha raggiunto la reintegrazione” e, inoltre: “Per esser più chiaro, spiegherò a coloro che non lo avessero ancora capito che l’acquisizione di un grado di iniziazione non può esser concesso da nessuno, ma si acquista da sé stessi. Ne consegue che i gradi concessi dagli Iniziatori non possono assolutamente e in nessun caso rappresentare l’acquisizione di una maggiore Conoscenza e, quel che più conta, di un avvicinamento alla realizzazione, ma sono soltanto un incarico gerarchico necessario per la costituzione e il mantenimento della piramide di un Ordine iniziatico.” 

Ed ecco un secondo indizio per riconoscere i Falsi Maestri che, quando non completamente dominati dalla bramosia metallica per il denaro, tradiscono tuttavia la loro smania di esercitare il potere su qualcuno e, piuttosto che incoraggiare lo sviluppo e l’autonomia del Cercante, al contrario incoraggiano la subordinazione e l’obbedienza gerarchica.

Questo secondo argomento è più sofisticato del primo e non deve trarre in inganno, né esser interpretato semplicisticamente come legittimazione dell’auto-iniziazione che, al contrario, è del tutto ridicola. E’ stato già chiarito con il precedente articolo che, dal punto di vista iniziatico, tutto è nell’esperienza. Ciò significa che nessuna conoscenza acquisita attraverso i libri (incluso l’eventuale sciommiottamento di rituali) può considerarsi iniziazione, ed è questo il motivo per cui nei Manifesti si legge: “Anche se un centinaio di migliaia di persone hanno visto e osservato da vicino il nostro edificio, tuttavia questo resterà sempre intatto, intangibile e nascosto al mondo profano”. L’iniziazione può avvenire soltanto attraverso il trasferimento da parte di qualcuno che detenga, per qualche ragione spirituale, il deposito di memoria tradizionale.

A questo punto, occorrerà una terza indicazione di difesa dai Falsi Maestri, perché, in ogni caso, non se ne contesta il potere inziatico. L’argomento è sottile e riguarda l’intervento di forze spirituali nei processi di iniziazione.  Com’è noto da Goethe e da Marlowe, se non altro, le forze spirituali non hanno tutte il medesimo grado di purezza. Così, a presiedere un rito inziatico, possono intervenire forze di grado e di qualità distinte a seconda delle qualità e dei caratteri dei partecipanti al rito e, soprattutto, dell’Iniziatore e dell’Iniziando. Colui che possiamo ritenere un Falso Maestro dal punto di vista della purezza del Sentiero Iniziatico, tuttavia può essere nella pienezza dei poteri di trasmissione. Anche la vendita di un grado iniziatico è un processo di iniziazione. Di più: questo genere di trasmissione è, in assoluto, il più diffuso. Evidentemente, in questo genere di percorsi, la materialità delle forze in gioco non potrà che attirare forze spirituali di rango inferiore, al limite, persino diaboliche: ma ciò non toglie che il percorso iniziatico sia autentico e, ove il rito sufficientemente realizzato, compiutamente trasmesso.

Questo argomento darà certamente luogo a fraintendimenti da parte dei soliti sofisti, per quanto sia chiaro come la luce del sole. Vogliamo immediatamente confutare le obiezioni ridicole.

In primo luogo, si è dato evidente riconoscimento che procedure iniziatiche possono essere utilizzate per scopi antitetici all’evoluzione della coscienza e all’emancipazione della persona. In questo senso, è esperienza comune che vi siano strutture iniziatiche al servizio della criminalità organizzata. Addirittura, questa è la normalità e la stampa di regime non fa che autorizzare questa interpretazione, in linea con le finalità oscurantiste di ogni governo (dove la longa manus degli Ordini Iniziatici esercita una concatenazione occulta proprio con le baracche della criminalità organizzata). Si dovrà lavorare ancora molto a lungo e per molti anni, specie nei Paesi di cultura cattolica, prima di poter ottenere esplicito riconoscimento all’accesso diretto, personale, alla vita spirituale mediante l’esperienza iniziatica, e questo dovrà passare attraverso la progressiva emersione di studi e ricerche con carattere scientifico sugli Ordini Iniziatici come necessità antropologica.

In secondo luogo, si dovrà rendere ridicola l’accusa che l’etica prevalente tende ad attribuire agli Ordini Iniziatici, e cioè di essere strumenti orientati al satanismo. Per l’autentico Iniziato, il satanismo è il più banale degli errori. Ciò non significa che si debba aver paura di guardare verso il lato oscuro della nostra coscienza; ma nemmeno che si debba rimanere prigionieri di questo limite illusorio. Compito dell’Iniziato è la reintegrazione nella Luce. Un Ordine Iniziatico che sia autenticamente fondato non può che convergere verso la metafisica dell’Unità, e dunque respingere come manifestazioni parziali tutte quelle dottrine fondate sulla contrapposizione tra un dio del bene e un dio del male (che invece rappresentano l’impianto storico di religioni che si sono fatte guerra tra di loro al grido “Dio lo vuole!”)

Dove c’è l’Unità non c’è spazio per sofismi e menzogne.  E’ a questo che il Cercante deve tendere. Diversi sono i Sentieri attraverso i quali ascendere. E’ scritto: “Chiedete, e vi sarà dato”.

 

Martinist chiefs of the Golden Dawn

The name of Dr. Gerard Encausse (“Papus”) is well known as the reviver of modern Martinism, with the creation of the Supreme Council in 1888, as well as the famous Martinist review “l’Initiation.” Papus was the author of numerous books on occultism, including “The Tarot of the Bohemians” (translated in English by A.E. Waite), “Traité Méthodique de la Magie Pratique”, “La Kabbale”, “Ce que un maitre maçon doit savoir”. Encausse also was the chief of Memphis-Mizraim in France, a X degree O.T.O., and was initiate of numerous little known arcane societies.

Dr. Encausse joined the Hermetic Order of the Golden Dawn on March 23, 1895, His initiation was described in the official records of the Order for that date, according the text here quoted in full below: Continue reading Martinist chiefs of the Golden Dawn