Chi qui suona sì non sa di musica, se non quanto gli insegna il cuore, o poco più; ma nato in Italia, ove la musica ha patria, e la natura è un concento, e l’armonia s’insinua nell’anima colla prima canzone che le madri cantano alla culla dei figli, egli sente il suo diritto, e suona senza studio, come il core gli detta, quelle arie che vengono da lungi e che lui sente vere e non avvertite finora, pure urgenti a far sì che la musica e il dramma musicale si levino a nuova vita dal cerchio d’imitazioni ove il genio s’aggira in oggi costretto, inceppato dai maestri e dai trafficatori di note. I maestri e i trafficatori di note s’astengano dall’ascolto e dal commento. Non è per essi. Tutto pei pochi che nell’Arte sentono il mistero, e iniziati intendono.
(da: G. Mazzini, Filosofia della Musica, 1833)