Tag Archives: cabala

Considerazioni sull’idea di un Grande Oriente Democratico

Grande Oriente Democratico SquareGrande Oriente Democratico. Cosa vuol dire e da dove viene la necessità, e perché debba considerarsi essenziale nel nostro tempo.

Uno scritto del L::F:: Althotas

L’idea di una vita spirituale che non sia religione. L’idea di una filosofia che sia anche pratica operativa. L’idea della natura spirituale del sapere: nella generale insipienza occidentale, tendiamo a pensare tutto questo come se fosse sempre esisitito.  Non è così. Non solo: si tratta di qualcosa che non abbiamo ancora conquistato.

Nel passato, fino alla caduta dell’Ancien Régime, saper leggere e scrivere era l’esclusivo privilegio di nobiltà e clero. Questa coltivata ignoranza, utile a non permettere nessuna comprensione al popolo, legittimava i privilegi degli alti dignitari semplicemente ponendoli al riparo dalla vista della gente comune.  Il re era re perché Dio lo aveva scelto; il papa aveva la verità perché Dio gliela aveva data.

Non siamo abituati a pensare, a riflettere su questo, ma l’idea di un sistema di conoscenza che sia per tutti è una conquista assolutamente recente. Prima delle Grandi Rivoluzioni liberali (la R. Francese, certo, come sappiamo dalla scuola; ma non siamo adusi abbastanza ai contenuti della R. Americana, né a quel meraviglioso tesoro di diritti indefettibili che è il portato della Glorious Revolution del 1688 in Inghilterra), saper leggere e scrivere era privilegio esclusivo dell’aristocrazia e del clero. Il resto della popolazione era, nella stragrande maggioranza, analfabeta.

La Massoneria ha avuto questo ruolo in Europa: quello di costituire un polo di istruzione ed educazione alternativo e terzo rispetto all’aristocrazia e al clero. Da qui è venuta la scintilla di consapevolezza che ha prodotto le Rivoluzioni Liberali. Di qui il sapere per tutti, di qui l’affermazione di una scuola pubblica, di una pubblica istruzione per tutti come fondamento di una società nuova e aperta, capace di orientare ogni persona verso la vita come esperienza di crescita e di perfezionamento.

L’apertura del sapere a tutti si è scontrata certamente con la restaurazione delle classi oscurantiste, che hanno cercato di riportare tutto agli equilibri precedenti: ma ormai lo status quo era infranto.

Le grandi passioni romantiche, la volontà di far nascere una Età della Ragione, di far trionfare una nuova era, tutto questo è stato il sogno delle utopie Ottocentesche, prima che queste meravigliose idee della storia umana come storia del progresso e della vita spirituale fossero aggredite da un nuovo nemico: il materialismo.

La restaurazione, dopo aver tentato con la forza (il Terrore che travolse la R. Francese fu il frutto avvelenato della furia reazionaria dei vecchi padroni), è passata progressivamente – assorbendo le forze emergenti della nuova borghesia capitalista – a prendere il ruolo di una nuova aristocrazia che ha addomesticato ogni tentativo di emancipazione comprando persone e simboli, cambiando senso alle parole, svuotandole di significato e riempiendole di merci. La stessa Massoneria, che pure era stato uno dei principali agenti della nuova cultura, è stata egemonizzata e asservita agli interessi delle nuove élites.

In questo modo, già alla fine dell’Ottocento la propaganda del potere ha scelto di far credere che per volere il bene delle classi subalterne, occorreva essere materialisti e non farsi ingannare.  A nulla valse che le anime più sensibili (Paine, Yarker, Blavatski e il nostro Mazzini) avessero subito compreso che l’unica vera possibilità di emancipazione è nell’offrire a tutti istruzione ed educazione, senza di cui è impossibile per le persone poter accedere alla vita spirituale.

Le forze reazionarie trassero vantaggio dal materialismo, che rimetteva la cappa sulle aspirazioni del popolo.  L’internazionale dei lavoratori fu distrutta proprio dal prevalere di questa tesi, poi resa ridicola dall’interpretazione (imposta) stalinista del “socialismo in un solo paese”.

Ma non si può tornare indietro.  C’è stato chi ha pubblicato finalmente rituali che prima erano segreti, privilegio esclusivo di pochi, tramandato per secoli.  Ora, questi sono sotto gli occhi di tutti.  Tutti li possono studiare: questo il privilegio della modernità. Ma i rituali, per quanto siano visibili, non possono essere compresi senza l’esperienza.

Ecco perché abbiamo bisogno di strutture che possano promuovere una cultura di emancipazione e progresso, che possano farsi interpreti di un nuovo Rinascimento in un’epoca che, più che nuovo Medioevo, rischia di involversi al punto di manifestarsi come nuova Preistoria.

Un sistema filosofico e operativo che sia orientato non alla conservazione della supremazia delle classi privilegiate ma all’emancipazione di tutti e di ciascuno è stato il sogno degli intellettuali progressisti che, nel passaggio tra Rinascimento ed Età dei Lumi, ha portato a concepire la possibilità e il sogno di una vita libera per tutti, una vita per ciascuno protesa all’espansione della coscienza e della conoscenza, in pace e in armonia con gli altri.

Ecco perché è tempo di superare l’oscurantismo dozzinale e inflattivo della nostra epoca e riprendere in mano lo strumento principe del lavoro spirituale nella società, che è determinato dalla sfera massonica.

Da troppo tempo la Massoneria è asservita agli interessi reazionari ed oscurantisti delle élites consociate di quel che rimane dell’aristocrazia e dell’emergente alta borghesia, e gli effetti nefasti sulla perdita di valore dell’interesse pubblico sono evidenti.  Il Grande Oriente è nelle mani di queste élites, ed è un soggetto reazionario che propone e mantiene interessi che hanno troppo a che vedere con gli affari e l’affarismo e troppo poco con l’alchimia e le dottrine esoteriche.

Per coloro i quali non sono esperienti di questo genere di cose, profani o agnostici, possiamo dire, di fronte alla loro simulata indifferenza, che è evidente che il lavoro che ciò comporta conduce a confrontarsi con la parte oscura del nostro inconscio. Ecco perché molti fuggono e si sentono rassicurati dal pensiero che tutto questo non è che satanismo.  La psicoanalisi dovrebbe averci abituato ad avere un altro approccio, a capire che la logica manichea di un dio opposto ad un altro è infantile come ogni dualismo, che non comprende la complessità e l’infinita varietà del mondo. Di questo stupido perbenismo borghese ci siamo già occupati con un precedente articolo dal titolo

SULLA NECESSITÀ ANTROPOLOGICA DELLE ORGANIZZAZIONI INIZIATICHE E SULLE OPPORTUNITÀ DELLA LORO MODERNIZZAZIONE

.

ma vogliamo comunque ribadire che non ha senso, come fano taluni intellettuali contemporanei, coltivare un’antimafia di maniera e proporre ai ragazzi di quartieri sempre più marginali e ghettizzati, a fronte della criminalità il perbenismo compiacente verso una società che preclude loro l’ingresso. Ed è ancora più ipocrita se questo si accompagna ad una mitizzazione dei comportamenti criminali che, come ben sa chi utilizza questi schemi, ha sempre effetto emulativo e quindi nuoce ulteriormente alla società. Se a questo si aggiunge la demonizzazione indiscriminata delle organizzazioni iniziatiche, il circuito si chiude con un sigillo ermetico, che impedisce ogni comprensione.

Tutto questo ha radici profonde.  Già subito dopo i trionfi delle rivoluzioni del XVIII secolo e i grandi tumulti dei moti dell’XIX, le forze reazionarie hanno cominciato ad agire per addomesticare la Massoneria, questo potente motore di innovazione ed evoluzione sociale, rendendola un covo di interessi materiali, ponendo ai vertici persone che coltivano interessi materiali e brame di potere e mantenendo la base divisa in nome della Tradizione e del concetto di Obbedienza, dove attuali Gran Maestri addirittura giungono a proibire ai loro Adepti di poter partecipare ai rituali e ai lavori di loggia di Logge dello stesso rito o di riti diversi.

Né si potrà negare che spesso la Massoneria, deposte di fatto le insegne del progresso ma mantenendole bene in evidenza nella vuota forma svuotata di significato, è stata anche il paravento di situazioni inenarrabili, dove gli interessi delle élites hanno trovato conveniente creare relazioni (e iniziazioni) con ambienti terribili, utilizzando pro domo di qualche sedicente e oscuro maestro, personaggi apertamente legati alla mafia e alle strutture militari e paramilitari per gestire affari in cui lo scambio di armi e di droga è operazione non certo infrequente.

A questo inquinamento della Massoneria, a questa perdita della funzione storicamente esercitata in termini di progresso ed emancipazione deve rispondere la modernità con soluzioni nuove, che non possono essere trovate nel mondo esterno, ma richiedono un approfondimento interiore, spirituale, e quindi necessitano una rivisitazione della storia e il modo di far riaffiorare alla coscienza ciò che la propaganda ha nascosto. In primo luogo, si dovrà combattere l’avversione che il sistema ufficiale di comunicazione esprime verso le società iniziatiche: perché è proprio questa volontà di esclusione e di occultamento che ne determina l’infruibilità, l’impossibilità di differenziare tra posizioni oscurantiste e progressiste, la parte corrosiva e corrotta dalla parte viva e positiva che apporta nuova linfa.

L’utopia che sorse dalla fine dell’Ottocento, esprimendosi nel Liberty e nell’Art Noveau come componenti estetiche e dando vita all’Internazionale dei Lavoratori in politica ha le sue radici più profonde nell’idea universale di fratellanza e di apertura delle società iniziatiche a tutti.

Ecco perché l’Universalismo – la posizione che, al suo sorgere, era stata della massoneria irregolare dei Riti di Fronda, della contaminazione tra Rosacrocianesimo e Cabala e, attraverso il contatto con la Turchia, con il Sufismo – continua ad essere una posizione disconosciuta dai centri del potere oscurantista: perché, affermandosi, porterebbe la gente a dialogare, a capirsi, a comprendere che le divisioni sono volute e favorevoli al potere, come recita il famoso divide et impera della cosiddetta realpolitik.

L’Universalismo, nel rispetto delle diverse Tradizioni (altrimenti degraderebbe in sciocco sincretismo o in vuoto ecelttismo di maniera) è la posizione di chi crede che il dialogo tra persone intelligenti sia luce spirituale, di chi crede che la Tradizione debba manifestarsi per rivelazioni progressive.  Anche nel Corano, che l’Occidente ignorante e pieno di pregiudizi respinge come oscurantista, al contrario, parla di questa verità progressiva, di interpretazioni che emergeranno nel tempo perché la fratellanza degli uomini sia possibile nella luce spirituale. L’Universalismo è la frontiera del dialogo iniziatico, che può abbracciare non soltanto Ordini diversi, ma anche Religioni diverse. Proprio per questo è avversato da chi detiene il potere e mediante l’uso distorto del concetto di Tradizione (intesa come dogma sacro e immutabile, invece che come verità spirituale che si rivela progressivamente), mantiene nelle tenebre i suoi sudditi. E come i Templari usarono il Terrore al tempo della rivoluzione francese, ancora oggi questi usano il terrorismo e la strategia della tensione per chiuderci dentro il sacco della paura.

Ecco qual è il ruolo la funzione storica del Grande Oriente Democratico. Ecco qual è la missione di chi vorrà s’engager in questa eccellente lotta ideologica ed opera alchemica per la trasformazione di se stesso di otto persone intorno.

Ecco perché l’idea di un Grande Oriente Democratico è di grande importanza per la nostra contemporaneità: occorre una nuova elaborazione, capace di togliere il velo sospeso tra i Pilastri del Tempio, aprire una nuova epoca e ri-velarlo.  Ecco perché confidiamo che Riti ed Obbedienze diverse possano confluire nel G::O::D:: e conquistare la Luce del nostro tempo, vedere la Stella del Mattino.

Aurea Allegoria

David Aron le-Qaraimi

eBook, 46 Pagine
 
aurea allegoriaPoiché volevi una favola, eccoti questo scritto. Informo che ho cominciato a tracciarlo alle ore 3.14 del 31 Dicembre 2009 e ho completato la trascrizione alle 6.28 del 2 Gennaio 2010. Era insolitamente caldo per la stagione, e questo calore fece sì ch’io mi svegliassi così nella notte e, credendo fosse già l’ora che volge al mattino, mi alzassi per riscaldare l’acqua mentre svolgevo i consueti riti e le offerte di preghiera all’aurora. Accorgendomi che l’ora era sì presta, concepii, piuttosto che rientrare in un sonno che non avrei più ottenuto – e certamente anche per il pensiero di te – di dare anima a quella favola che da tempo mi chiedevi. Misi così delle foglie di ibiscus nell’acqua e cominciai a trarne dei sorsi, prima brevi e poi, via via che l’acqua si raffreddava, più lunghi.

Qur’an Thelema

The Jasmine Edition – Versione Italiana

Un’interpretazione del Sacro Corano alla luce di Thelema.

Questo libro è per chi vuole sapere, fatto per persone che vogliono vedere con i propri occhi.  Con le parole della mistica, questo lavoro corrisponde a ciò che gli angeli inviati hanno chiesto di fare. Ma sarebbe troppo semplice costruire il mito della rivelazione medianica.

Con le parole dell’illuminismo scientifico, si tratta di un lavoro necessario, perché la Rivoluzione dei Gelsomini, il fremito di cambiamento che ha attraversato il cuore dei Paesi Arabi alla fine del primo decennio del XXI secolo, attende ancora di essere compreso, e il pensiero occidentale deve aprirsi a questa nuova comprensione di istanze di libertà che sono l’essenza della storia.

Sufismo e Qabala sono chiavi speciali per attivare questa nuova reciproca comprensione tra Oriente e Occidente e si offrono qui come un enigma.

Mazzini

Mazzini

Tutta la vita di Giuseppe Mazzini fu consacrata all’emancipazione delle persone. Avendo questo ideale come stella polare, Mazzini non condivide la metodologia della formazione marxista, che era basato sulla prospettiva materialistica. Mazzini era convinto che il materialismo è una visione triste del mondo, che opprime lo spirito e, sicuramente, funziona aganinst la possibilità di emancipazione.

Giuseppe Mazzini lavorato su un diverso punto di vista, che è completamente ad moderni perfetto per i nostri tempi: la prospettiva spirituale di emancipazione, attraverso l’apertura del sistema iniziatico di un numero maggiore di persone.

A causa di questo motivo, gli avversari politici hanno cercato di ridurre il senso della sua azione. Pertanto, Giuseppe Mazzini rimane una  personalità storica in realtà misconosciuta.

Guardando da questa prospettiva, occorre essere consapevoli che ci sono un sacco di documenti falsi (diffusi dai suoi avversari) che accusano Mazzini di essere un cospiratore. Si veda, ad esempio, le lettere sugli Illuminati ad Albert Pike o addirittura  l’idea ridicola che fosse lui l’inventore della mafia.

Si è anche affermato che Giuseppe Mazzini è stato l’erede del ruolo di primo piano dell’Ordine degli Illuminati,

(questa parte è tolta e riposta in area riservata)

Nuova distinzione.  Sarebbe scorretto fare riferimento a Mazzini come illuminato nel senso di un cospiratore che voleva ottenere potere personale. Mazzini è completamente consapevole e risvegliato alla comprensione che questo non è che un falso uso del termine “Illuminati”, strumentale a ripristinare l’equilibrio tradizionale e dogmatico. Invece, Mazzini è stato un campione della lotta per la libertà.

Mazzini divenne presto una figura popolare agli esuli italiani. A Marsiglia visse in un appartamento di Giuditta Bellerio Sidoli,  affascinante vedova  modenese che sarebbe diventata sua amante, organizzando una nuova società politica chiamata La Giovine Italia, una società segreta costituita per promuovere l’unificazione italiana. Mazzini credeva che una rivolta popolare avrebbe creato l’Italia unita, e avrebbe contribuito a livello europeo ad alimentare il movimento rivoluzionario di emancipazione.

Nel 1833 Mazzini lanciò un primo tentativo di insurrezione, che si sarebbe diffuso da Chambéry (allora parte del Regno di Sardegna), verso Alessandria, Torino e Genova. Tuttavia, il governo sabaudo scoprì la trama prima che potesse iniziare e molti rivoluzionari (tra cui Vincenzo Gioberti) furono arrestati. La repressione fu spietata: i partecipanti vennero eseguiti, mentre il migliore amico di Mazzini e direttore della sezione genovese della Giovine Italia, Jacopo Ruffini, si uccise. Mazzini venne processato in contumacia e condannato a morte.

Nonostante questa battuta d’arresto (le cui vittime in seguito crearono numerosi dubbi e conflitti psicologici a Mazzini), venne organizzata un’altra rivolta per l’anno successivo. Un gruppo di esuli italiani dovevano entrare Piemonte dalla Svizzera e diffondere la rivoluzione, mentre Giuseppe Garibaldi, che aveva da poco aderito alla Giovine Italia, avrebbe fatto lo stesso da Genova. Tuttavia, le truppe piemontesi facilmente schiacciarono il nuovo tentativo.

Nella primavera del 1834, a Berna, Mazzini e una dozzina di profughi provenienti da Italia, Polonia e Germania fondarono una nuova associazione con il nome grandioso di Giovine Europa. La sua idea di base, altrettanto grandiosa, era che, come la Rivoluzione francese del 1789 aveva allargato il concetto di libertà individuale, un’altra rivoluzione ora sarebbe stata necessaria per la libertà nazionale, e la sua visione andava oltre perché sperava che in un futuro lontano nazioni libere avrebbero formato una Europa federale, per regolare i loro interessi comuni.

Il 28 maggio 1834 Mazzini fu arrestato a Soletta, ed esiliato dalla Svizzera. Si trasferì a Parigi, dove fu di nuovo imprigionato il 5 luglio. Fu rilasciato solo dopo aver promesso che si sarebbe trasferito in Inghilterra.  Mazzini, insieme ad alcuni amici italiani,  giunse a Londra nel gennaio 1837, dove visse in condizioni  molto povere.

Il 30 aprile, 1837 Mazzini riformò la Giovine Italia a Londra, e il 10 novembre dello stesso anno iniziò a pubblicare il giornale Apostolato Popolare.

Un susseguirsi di tentativi falliti a promuovere ulteriori rivolte in Sicilia, Abruzzo, Toscana, Lombardia e Veneto scoraggiarono Mazzini per un lungo periodo, che si trascinò fino al 1840.  Fu anche abbandonato da Giuditta, che era tornata in Italia per ricongiungersi con i suoi figli.

Poi Mazzini fondò numerose organizzazioni finalizzate alla liberazione di altre nazioni, sulla scia della Giovine Italia: Giovane Germania, Polonia Giovani, Young Svizzera, che erano sotto l’egida della Giovane Europa (Giovine Europa).

Espresse critiche a Karl Marx, che aveva detto “il punto di vista della classe media è diventato reazionario e il proletariato non ha nulla a che fare con essa”, giudicando questa posizione un indebolimento della ragione.  Mazzini creò una scuola italiana per i poveri, che fu attiva tra il 1841 e il 1845 , a  Londra, in Greville Street.   Da Londra scrisse una serie infinita di lettere ai suoi agenti in Europa e Sud America.  Strinse amicizia con Thomas e Jane  Carlyle.  Accendendo fuochi illuministi in tutta Europa, la “Giovane Europa” ispirò anche un gruppo di giovani cadetti dell’esercito turco e studenti, i “Giovani Turchi”, che Mazzini sostenne con il ruolo di coordinamento di Adriano Lemmi, in favore della posizione illuminata di Ataturk.

Il 7 aprile 1848 Mazzini giunse a Milano, la cui popolazione, ribellandosi contro la guarnigione austriaca, aveva istituito un governo provvisorio. La Prima Guerra d’Indipendenza italiana, iniziata dal re piemontese Carlo Alberto, intendeva sfruttare le circostanze favorevoli di Milano, ma si trasformò in un fallimento totale.  Mazzini, che non era mai stato popolare in città, perché voleva che la Lombardia diventasse una repubblica indipendente invece di unirsi al Piemonte, abbandonò Milano. Entrò allora a far parte delle forze irregolari di Garibaldi raggiungendolo a Bergamo e passando in Svizzera con lui.

Il 9 Febbraio 1849 venne dichiarata una Repubblica a Roma, con Pio IX costretto a fuggire a Gaeta. Lo stesso giorno in cui fu dichiarata la Repubblica, Mazzini raggiunse la città.  Fu nominato come “triumviro” della nuova repubblica il 29 marzo, diventando ben presto il vero leader del governo e mostrando una buona capacità amministrativa nelle riforme sociali. Tuttavia, quando le truppe francesi chiamate dal Papa resero vana la resistenza delle truppe repubblicane, guidate da Garibaldi, il 12 luglio 1849,  Mazzini dovette fuggire a Marsiglia, da dove si trasferì di nuovo per la Svizzera.

Mazzini spese tutti i suoi averi nel 1850 per nascondersi dalla polizia svizzera. A luglio fondò l’associazione Amici di Italia a Londra, per attirare il consenso verso la causa della liberazione italiana. Due rivolte non riuscite, a Mantova (1852) e Milano (1853), furono ancora un duro colpo per l’organizzazione mazziniana. In seguito la sua opposizione all’alleanza firmato dai Savoia con l’Austria per la guerra di Crimea generò nuova amarezza. Vana fu anche la spedizione di Felice Orsini a Carrara del 1853-54.

Nel 1856 tornò a Genova per organizzare una serie di sollevazioni: in realtà, l’unico serio tentativo fu quello di Carlo Pisacane in Calabria, che ancora una volta incontrò un finale sconcertante. Mazzini riuscì a sfuggire alla polizia, ma fu condannato a morte in contumacia. Da questo momento in poi, Mazzini divenne più  uno spettatore che un protagonista del Risorgimento italiano, le cui redini erano ormai fortemente nelle mani del monarca sabaudo Vittorio Emanuele II e il suo abile primo ministro, Camillo Benso Conte di Cavour.

Fondò ancora altri giornali a Londra, Pensiero e azione, Doveri dell’Uomo dove tentò la sintesi della sua morale e dei suoi  pensieri politici e sociali.

Il nuovo Regno d’Italia, che era stato creato nel 1861 sotto la monarchia sabauda, ​​fu una profonda delusione per Mazzini. Fu in polemica costante con l’egemonia del Conte di Cavour, non condividendone la metodologia di corruzione, il corso seguito dalla unificazione del suo paese.

Nel 1867 Mazzini rifiutò un seggio nella Camera dei deputati italiana.

Nel 1870, durante un tentativo di liberare la Sicilia, fu arrestato e imprigionato a Gaeta. Fu liberato nel mese di ottobre a causa della amnistia concessa dopo la presa di Roma, e poté ritornare a Londra a metà dicembre.

Giuseppe Mazzini morì a Pisa nel 1872. Il suo funerale si svolse a Genova, con 100.000 persone presenti.

Egli rimane una personalità estremamente interessante e mai compresa fino in fondo, a cui la storia dedica uno spazio piccolo ed edulcorato, soprattutto a causa della sue implicazioni con l’idea spiritualista e con le società di perfezionamento.

Nel nostro tempo, in cui le fonti di informazione sono ormai disponibili e di facile accesso, abbiamo bisogno di riscoprire l’opera di Mazzini per liberarci da due nemici della libertà: da un lato, che l’idea progressista deve essere prigioniera della dimensione ristretta del materialismo, dall’altra, che l’illuminazione sia il beneficio di pochi privilegiati.

Sono questi i veri nemici che Mazzini ha combattuto per tutta la vita.

Per Mazzini, l’idea di progresso è per per tutti, legata all’ideale della Società Spirituale (secondo l’espressione usata da Voltaire e Montesquieu), che l’Europa deve essere per tutti uno spazio libero per il libero sviluppo di ogni persona, nel senso materiale, psicologico e spirituale.

La nostra Societas è attiva per queste finalità.