Con i precedenti articoli Annotazioni sul Sentiero Iniziatico e Difendersi dai Falsi Maestri abbiamo provato ad accompagnare colui che cerca l’ingresso ad una Scuola Iniziatica per cui valga la pena di viaggiare, studiare, conoscere. Accompagnando l’Aspirante – che abbiamo preferito chiamare il Cercante – abbiamo cercato di mettere nella sua disponibilità alcune informazioni fondamentali sulla natura dell’Iniziazione in sé, nonché della ridda di Falsi Maestri, cannibali e vampiri che possono trovarsi sulla strada, ed altresì sulla natura diversa per grado e qualità delle influenze spirituali che vegliano e abitano i diversi Ordini Iniziatici.
Se tutto ciò non ha dissuaso il nostro affezionato Lettore, potremo allora adesso dargli ulteriori e più dottrinali informazioni, che lo introdurranno ad una dimensione sapienzale che però non è esclusivamente storica e filosofica ma concretissima ed attuale, al punto da avere implicazioni politiche ed etiche.
Così come abbiamo già discusso del grado spirituale delle Società Iniziatiche – e ciò indipendentemente dal loro nomen iuris, perché le qualità di fondo si giudicano non dal richiamo dottrinale ma dalle effettive qualità morali dei soggetti che le animano – adesso potremo entrare in qualcosa che spesso non è noto nemmeno a chi non solo fa parte di queste organizzazioni ma persino riveste al loro interno un grado elevato.
Per dare compimento a questo chiarimento, dovremo mettere il Cercante di fronte a una scelta di campo che non si sarebbe aspettato, anche perché – a meno di aver avuto impressioni tratte dai suoi percorsi di ricerca – nessuno ci informa di questi dati fondamentali: né la scuola, né l’università, meno che mai la chiesa o altre istituzioni. Eppure è qui il punto centrale per il nostro Aspirante: la scelta di aderire a Organizzazioni Iniziatiche che hanno per finalità la difesa del sistema di potere dato, oppure di aderire a Organizzazioni Iniziatiche che hanno per finalità l’evoluzione sociale e l’emancipazione di ogni singolo individuo.
Il mancato discernimento di questi orientamenti è alla base della maggior parte degli equivoci che riguardano la più nota (ma solo nominalmente, perché il popolo non sa nulla della sua natura) tra le Società Iniziatiche, e cioè la Massoneria. Soprattutto in Inghilterra, per quanto nata come organizzazione al servizio della Corona, tuttavia la Massoneria era progressivamente sfuggita al controllo dell’aristocrazia e del clero. In un’epoca in cui erano queste soltanto le classi istruite a fronte di un volgo illitterato e spesso analfabeta, la Massoneria costituì un centro di istruzione – poiché per svolgere le attività rituali è necessario saper leggere e interpretare i testi – autonomo, indipendente e segreto, che si pone alla base della intera costruzione degli moderni stati repubblicani nati delle grandi rivoluzioni liberali e repubblicane in Inghilterra, in Francia e in America, alla fine del XVIII secolo.
Ciò non vale tuttavia a considerare la Massoneria esclusivamente come organizzazione progressista ed orientata all’emancipazione popolare. In generale, trattando di Organizzazioni Iniziatiche, occorre tenere a mente che i processi sono molto sempre compositi, complessi e stratificati. In particolare, tornando all’Inghilterra del XVIII secolo, se è vero che la Massoneria fu il soggetto propulsore della Gloriosa Rivoluzione del 1688 – che produsse il Bill of Rights, documento fondamentale delle moderne rivendicazioni di libertà civili e politiche – è anche vero che quasi subito le componenti reazionarie tentarono di riportare la Massoneria sotto il proprio controllo.
La Massoneria era consistita sino ad allora di due gradi (Apprendista e Compagno) ed uno implicito (Maestro) che venne esplicitato proprio in seguito alla rivoluzione del 1688. La detronizzazione dei cattolici Stuart a vantaggio degli Orange (una situazione di compromesso, perché Guglielmo aveva sposato una figlia di Giacomo II, Elizabeth) aveva generato grande apprensione tra gli aristocratici. La corte degli Stuart andò in esilio a Parigi, e da qui coltivò i suoi propositi di restaurazione e di vendetta. E proprio da Parigi ebbe inizio la costruzione sediziosa degli “Alti Gradi”, che avevano lo scopo di cooptare la borghesia emergente della massoneria cromwelliana e instradarli a percorsi iniziatici il cui vero fine, la restaurazione della monarchia cattolica degli Stuart, rimaneva a loro nascosto e invisibile.
Nel volgere di qualche decennio la costruzione degli Alti Gradi venne codificata – attraverso l’opera del cavaliere André Michel Ramsay e dell’arcivescovo Fénelon – nel sistema “Scozzese”, che prevedeva al suo interno un cerchio più ristretto ed esclusivo, detto dei “Templari”. In breve, si trattava di una leggenda in base alla quale la nascita della Massoneria veniva ricondotta allo scioglimento dell’Ordine dei Templari da parte di Filippo re di Francia nel 1314. In seguito alla soppressione dell’Ordine – e alla morte sul rogo dei suoi principali dignitari, tra cui il Gran Maestro Jacques de Molay – i sopravvissuti si sarebbero rifugiati in Scozia, dove avrebbero preso parte alla difesa del Re Bruce di Bannockwick, che sarebbe stato alla base della pretesa tradizionale lealtà dei Templari alla religione Cattolica e alla Corona d’Inghilterra. In un’epoca in cui la confutabilità delle fonti non era affatto semplice né si era ancora affermata come metodo scientifico, la leggenda ebbe presa.
Il fermento dottrinale tuttavia non era attivo soltanto sul versante aristocratico: le nuove classi emergenti avevano prodotto in Germania una nuova corrente, resa più intensa proprio dal fatto che l’Inghilterra, con la detronizzazione degli Stuart era passata dall’egemonia cattolica a quella protestante. I nuovi flussi di contaminazione tra Inghilterra e Germania trovarono terreno fertile nel terreno dell’alchimia rosicruciana, che fu in certo qual modo la base degli Illuminati di Baviera e della seminale Loggia cabalistica di Francoforte, Zur Aufgehenden Morgenröhte, che sarà una grande fucina di esportazione, dietro le dissimulate spoglie della Chiesa Morava (per aspetti di dettaglio, si veda il volume Origini Occulte dell’Illuminismo), per l’approdo delle idee di Adam Weishaupt, neo-sabbatiane, radicali e rivoluzionarie, a Parigi (con Moses Dobrushka) e a Londra (con Shemuel Falk).
L’insorgere della Rivoluzione Francese non arrivò inatteso. Del resto, un tentativo importante di mediazione tra l’aristocrazia più intransigente e le nuove istanze illuministiche era stato tentato a Wilhelmsbad nel 1782, dove sembrò che una nuova dottrina potesse assumere un ruolo di controllo e mediazione sulle diverse anime della Massoneria. In quella concezione, il Martinismo avrebbe dovuto assumere il ruolo di Ordine superiore per conciliare le diverse istanze.
La Rivoluzione giunse comunque. Il 1789 aveva portato un vento nuovo nella politica europea, e i lavori di Wilhelmsbad entravano di nuovo in discussione. Il punto di non ritorno fu il 21 gennaio 1793, quando Luigi XVI fu giustiziato. Stessa sorte toccò al Gran Maestro dei Templari, Louis-Hercules Timoleon de Cossè. La corte degli Stuart ne trasse alimento per organizzare la radicalizzazione delle posizioni, il nodo sottostante: aristocrazia e clero cattolico contro borghesia ugonotta e protestante.promuovendo la guerra con la Gran Bretagna e l’Olanda sul fronte esterno e, sul fronte interno, il terrore. Proprio mentre la Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo e del Cittadino del 1789 entrava a far parte dell’Atto Costituzionale del 24 giugno 1793, la più eminente aristocrazia (l’Abate Bartelemy, Federico I di Prussia, Don Pedro Bolivar, lo storico Lancret, il predicatore Massilon, il Cardinale Polignac, l’economista Quesnay, il letterato Montesquieu barone di La Brède , l’Abate Saint-Pierre) si riuniva intorno all’Ordine dei Templari, e in particolare, al celebre “Corpo di Guardia” poi “esercito di Condé” (da Louis-Henry de Bourbon, principe di Condé, che dell’Ordine Templare era stato eletto Gran Maestro nel 1737) dove militarono molti cavalieri Templari, che divenne il simbolo della lotta contro la Francia rivoluzionaria, riportando successi in Alsazia e combattendo sino al 1797 sul fronte esterno, per poi assumere un ruolo di controllo sul colpo di Stato del 18 brumaio, che avrebbe portato al potere la restaurazione napoleonica.
Da quanto è stato esposto, l’Aspirante avrà certamente compreso che i percorsi storici e dottrinali sono difficilmente districabili, come dimostra ad esempio la presenza di un Illuminista dotto e innovatore tra le fila dei Templari. Ma avrà anche compreso che né il Rito Scozzese né, ancor meno, il Templarismo, possono essere considerati strumenti per Organizzazioni Iniziatiche che abbiano per interesse l’espansione della consapevolezza e della coscienza e l’emancipazione individuale. Per gli Apostoli della Ragione, i Lumi dovranno esser cercati altrove.