L’Ebraismo Riformato ritiene che l’autonomia personale ha sempre la precedenza su qualsiasi credo. In polemica con il Talmud e l’ebraismo ortodosso, i riformati sostengono che gli ebrei non possono considerarsi costretti ad accettare tutte le prescrizioni dei rabbini. il Presidente della Central Conference of American Rabbis (CCAR), Rabbi Simeon J. Maslin ha scritto: “L’ebreo riformato ha il diritto di decidere se o meno associarsi a questa particolare credenza o a quella particolare pratica (…) è il principio fondamentale del Liberalismo: che l’individuo prenda in considerazione mitzvot e minhagim in uno spirito di libertà e di scelta. Tradizionalmente Israele iniziò con Harut, il comandamento inciso sulle Tavole, che poi divenne Libertà. L’ebreo riformato inizia con herut (ebr. חרות, lett. libertà), la libertà di decidere quale sarà la Harut – incisa sulle Tavole personali della propria vita.” La prima piattaforma riformata è stata la Dichiarazione dei Principi (“La piattaforma Pittsburgh”) adottata da una riunione di rabbini riformati degli Stati Uniti del 16-19 novembre 1885. La piattaforma successiva – The Guiding Principles of Reform Judaism (“The Columbus Platform”) – fu pubblicata dalla Central Conference of American Rabbis (CCAR) nel 1937. La CCAR ha riscritto i suoi principi nel 1976 con il suo Reform Judaism: A Centenary Perspective e riscritto ancora nel 1999 con una “Dichiarazione dei Principi per la Riforma dell’Ebraismo”[*] Mentre le bozze originali della Dichiarazione del 1999 chiedevano agli ebrei riformati di prendere in considerazione alcune pratiche tradizionali su base volontaria, in seguito la maggior parte dei suggerimenti più radicali vennero rimossi e la versione finale è rimasta simile alla dichiarazione del 1976.
- Lev Chadash – La prima Sinagoga Liberale in Italia
- Union for Reform Judaism1.
- Word Union for Progressive Judaism
- Israel Israel Movement for Reform and Progressive Judaism
- Liberal Judaism UK
- Reform Judaism UK
- Israel Religious Action Center – Progressive Judaism
- Women of tha wall
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L’Ebraismo ortodosso pretende per sé l’esclusiva e diretta continuità con l’Ebraismo rabbinico storico, ponendo estrema attenzione sull’osservanza dei comandamenti. Non esiste un’affermazione ufficiale di principi confessionali. Tuttavia, i 13 principi di Maimonide hanno priorità su altre formulazioni: spesso vengono pubblicati nei libri di preghiera e in molte congregazioni un inno (Yigdal) che li incorpora.
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L’Ebraismo conservatore si è sviluppato in Europa e negli Stati Uniti alla fine del 1800, quando gli ebrei reagirono ai cambiamenti introdotti dall’Illuminismo e dall’emancipazione. Per molti versi fu una reazione a quelli che venivano considerati come gli eccessi del movimento di riforma. Per gran parte della storia del movimento, l’Ebraismo conservatore deliberatamente evitò di pubblicare spiegazioni sistematiche di teologia e di fede; ciò era un tentativo consapevole di tenere insieme un’ampia coalizione. Tale preoccupazione scomparve quando l’ala sinistra del movimento si venne a staccare nel 1968 per formare il movimento ricostruzionista, e dopo che la destra si staccò nel 1985 per formare l‘Unione dell’Ebraismo Tradizionale, rilasciando nel 1988 una dichiarazione ufficiale di fede: “Emet Ve-Emunah: Dichiarazione dei Principi dell’Ebraismo Conservatore”, in base alla quale è richiesto che un ebreo deve affermare certe credenze, mantenendo però la legittimità di interpretazioni multiple di questi temi. L’ateismo, i concetti trinitari di Dio, e il politeismo sono tutti ricusati. Anche tutte le forme di relativismo, di letteralismo e di fondamentalismo sono respinte. I conservatori sostengono che la Legge ebraica è ancora valida e indispensabile, ma rispetto alla visione ortodossa, intrattengono anche una visione più aperta e flessibile di come legge si è sviluppata o si debba sviluppare .
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L’Ebraismo ricostruzionista propone una teologia naturalista; secondo il naturalismo di John Dewey, nega che Dio sia personale o soprannaturale. Piuttosto, afferma che Dio sia la somma di tutti quei processi naturali che permettono all’uomo di diventare autosufficiente e realizzato. Rabbi Mordecai Kaplan ha scritto che “credere in Dio significa dare per scontato che è destino dell’uomo elevarsi al di sopra del bruto ed eliminare tutte le forme di violenza e di sfruttamento da parte della società umana.” Una minoranza significativa di ricostruzionisti hanno rifiutato di accettare la teologia di Kaplan, e invece afferma una visione teistica, prossima alla concezione sacerdotale per elezione Cohen. Come l’Ebraismo riformato, i Ricostruzionisti sostengono che l’autonomia personale ha precedenza sulla Legge e la teologia ebraiche. Non chiede che i suoi aderenti intrattengano particolari credenze, né chiede che la Halakhah sia accettata come normativa. Nel 1986, l’Associazione Rabbinica Riconstruzionista (RRA) e la Federazione delle Congregazioni Ricostruzioniste (FRC) hanno approvato una “Piattaforma del Ricostruzionismo” ufficiale, che non è considerata una dichiarazione obbligatoria di principi, ma piuttosto come consenso su credenze attuali, in rapporto allo stato di evoluzione dell’umanità. I punti principali della piattaforma sono:[*]
- L’Ebraismo è il risultato di un naturale sviluppo umano. Non esiste un cosiddetto intervento divino.
- L’Ebraismo è una civiltà religiosa in evoluzione, in cui l’idea dell’Ente Supremo si perfezione progressivamente nella coscienza dell’uomo.
- I Rabbini devono occuparsi del ruolo sacerdotale e non prendere decisioni politiche.
- La Torah non è stata ispirata da Dio, ma proviene solo dallo sviluppo sociale e storico della coscienza collettiva di cui il popolo ebraico è custode sacerdotale.
- Tutte le idee classiche di Dio sono respinte. Dio viene ridefinito come la somma delle potenze o processi naturali, che permette all’uomo di ottenere l’autosufficienza e il miglioramento morale, incontrare se stesso ad un livello più alto (metafisica del Magghid, il Sé perfezionato, ciò che siamo da sempre nella Verità metafisica e che però non appartiene a questo mondo transeunte).
L’idea che Dio abbia scelto il popolo ebraico per dominare la terra, dal punto di vista riformato – e, ancor più, ricostruzionista – è in qualsiasi modo “moralmente insostenibile”, perché chiunque abbia tali credenze “implica la superiorità della comunità eletta e il rifiuto delle altre”. Il ruolo di Israele è farsi custode della religione naturale, che é la religione della coscienza, santificando lo spazio e il tempo attraverso il culto e l’offerta appropriata, assumendo la funzione sacerdotale e di tramite per la reintegrazione degli adepti.
Questo punto specifico, talora definito “sionismo spirituale” in contrapporsizione al “sionismo politico”, ha generato molte polemiche tra ebrei ricostruzionisti e gli altri ebrei, che appaiono sotto l’accusa ebrei di essere razzisti. In particolare, ad essere fortemente avversato è il nazionalismo, giudicato l’atteggiamento che ha prodotto la Shoah e che rischia di replicare a sua volta lo stesso Israele, con politiche espansioniste e di capitalismo imperialista. Chiaramente, gli ebrei al di fuori del movimento ricostruzionista rifiutano assolutamente questa impostazione.