Giustizia e Libertà

Recensione a «Carlo e Nello Rosselli, testimoni di Giustizia e Libertà» a cura di Valdo Spini.

Giustizia e Libertà fu una formazione antifascista attiva tra il 1929 e il 1939, con epicentro dalla sede in esilio a Parigi di Carlo e Nello Rosselli, che si avvarrà di collaborazioni di grande livello come quella dello storico Gaetano Salvemini e di Alberto Tarchiani (che saranno poi fondatori della Mazzini Society in America).

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Si discute se i cagoules, il gruppo fascista francese esecutore dell’assassinio dei fratelli “motore” di quel giornale, abbia agito spontaneamente o se l’ordine sia venuto direttamente da Mussolini o da Galeazzo Ciano. Il libro recensito è tranchant: i cagoules agiscono su mandato del governo fascista italiano. Il Servizio Informazioni Militari del regime fascista riferisce, in un rapporto del 2 aprile 1937, che l’organizzazione francese aveva chiesto in cambio dell’uccisione di Rosselli, cento fucili semiautomatici Berretta.

È da ricordare che Galeazzo Ciano era il genero di Mussolini, e che fu fucilato dai fascisti della repubblica di Salò l’ 11 gennaio 1944 perché sospettato di tradimento verso Mussolini.

Dopo aver smaltito gli elementi necessari dell’azione negativa, in funzione anti-fascista e stabilita saldamente l’importanza che, anche nei tempi più bui, vi sia qualcuno capace di tenere alta la soglia della coscienza, e che questo è stato il ruolo fondamentale dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, è importante individuare i punti cardine del pensiero positivo di loro considerati come uomini di pensiero.

Il grande contributo di Carlo, fortemente mazziniano, è l’idea di un socialismo non marxista. E, come accadde per Mazzini, non ci fu la comprensione nemmeno da parte di quelli che avrebbero dovuto stare dalla sua parte. Ancora oggi il nome di Carlo Rosselli è ingiustamente strumentalizzato per creare legittimazione a un’idea di socialismo liberale incolmabilmente distante da quella da lui concettualizzata, vicina alle idee di Keynes ma non certo alle derive dei liberisti alla Friedman o alla Von Hayek. Il socialismo di Rosselli resta fondato eticamente, resta la supremazia dell’uomo sul danaro: ma con la chiara comprensione che è necessario costruire una base economica individuale per tutti.

Nello Rosselli, soprattutto con il suo «Mazzini e Bakunin», ha chiarito con un’analisi che nulla cede al romantico, quali siano stati gli errori che hanno consegnato al tramonto l’età mazziniana: il non aver saputo comprendere che l’età dell’idealismo eroico era compiuta, che il trascendentalismo era stato soppiantato dal materialismo e che ciò che già s’intravedeva nell’ultimo quarto del XIX secolo, sarebbe divenuto devastante con il XX.

 

 

 

 

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